Corte Ristretta
Le corti dei Re sono spesso abitate da un vasto seguito di familiari, dame e gentiluomini, funzionari e guardie del corpo. Ma è a un piccolo concilio di uomini fidati, ciascuno eccellente nel suo campo, che il sovrano si affida per avere consiglio e delegare compiti nell'amministrazione del Regno: questi sono i membri della
Corte Ristretta del Re.
La Corte attuale
Questa è la composizione della corte nel
messidoro 1262.
Primo Cavaliere: Ser
Borromeo figlio di Anselmo, di Corona del Re.
Gran Ciambellano: Lassilàntar
Eldacar Elensil, di Neenuvar.
Mago di Corte:
Cristoforo Ardente, di Neenuvar.
Vicario di Corte: Vescovo
Clotario da Approdo, di Castelbruma.
Maestro del Conio: Arconte
Pisistrato Themelioni, di Meridia.
Maestro di Caccia: Ser
Orlando Malabadia, di Valleterna.
Cappa Celeste: Ser
Rolando Frecciarossa, di Corona del Re
Cappa Celeste:
Orione da Candia, di Venalia
Le Corti del passato
Negli ultimi anni la composizione della Corte Ristretta del Re è cambiata di frequente:
La Prima Corte di Re Aureliano
Prima che
Re Aureliano decidesse di fondare la Corte Errante, accettando come suoi consiglieri i membri delle corti dei principi, aveva già alcuni uomini che lo consigliavano; questi erano:
Primo Cavaliere:
Tancredi Roncaglia.
Mago di Corte:
Soron Biancospino da
Neenuvar.
Gran Ciambellano:
Teodoro Cacciaguida.
Maestro di Caccia:
Falco Frecciarossa.
Tali consiglieri erano però in buona parte stati scelti dal defunto
Re Cornelio e le fila di questa corte si assottigliarono presto. Soron Biancospino abbandonò il posto per dedicarsi ad affari personali e Ser Teodoro Cacciaguida fu invitato da Sua Maestà a lasciare la carica ad un gran ciambellano più giovane e ben disposto a viaggiare in ogni angolo del regno. Pare che Re Aureliano non avesse dubbi sul riconfermare quale maestro di caccia il suo più caro amico d'infanzia, Ser Falco Frecciarossa, a cui era sinceramente affezionato. Ma il nobile pitto di Querciantica fu assassinato nelle terre di Neenuvar e non si scoprì mai chi fosse il colpevole. L'unico dei vecchi consiglieri del padre a rimanere al servizio di Re Aureliano fu così Ser Tancredi Roncaglia.
La Corte Errante
Dopo essersi sposato con
Ginevra Viviana della Rovere Sua Maestà emise un
bando che declamava la creazione di una Corte Errante.
Sua Maestà venne aiutato nella scelta dei suoi consiglieri da alcuni uomini colti, come il
Consiglio dei Saggi, un gruppo di anziani eruditi guidati da un Decano incredibilmente vecchio; questi fecero pressioni affinché la Druida
Niniel da Andunelen e il Paladino
Roberto da Valleterna venissero nominati rispettivamente
Gran Ciambellano, e
Maestro D'Armi.
Fu invece Sua Eccellenza il
Tetrarca Gregorius a consigliare al Re il nome dell'anziano Padre Gaero come
Vicario di Corte.
Fu un venale, ovviamente, ad ottenere il ruolo di
Maestro del Conio: il nome di questi era Dedalo, che riuscì a procurare a Sua Maestà molti oggetti di valore; bisogna però dire che alcune malelingue sussurrano che il suo unico merito fu quello di aprire i forzieri venali, riempiti dai suoi predecessori, e di prendere ciò che gli serviva.
L'erudito
Rapace Sagace, un cantore brinnico, ammaliò il suo pubblico a meridia con la storia
Le Guardie di Corona del Re e venne nominato
Giullare di Corte.
Un collegio di maghi valutò alcuni incantatori che formularono, per la prima volta dopo secoli, dei nuovi incantesimi; contrariamente ad ogni previsione a spuntarla fu una brinnica,
Primaluna del Clan della Lince, che creò una malia in grado di bloccare le braccia o le gambe di un nemico.
Nei boschi di
Valleterna vi fu una sfida per chi sarebbe dovuto diventare
Maestro di Caccia: né il neenuvaren né il brumiano sembravano davvero intenzionati a vincere questo titolo ed infatti fu un coronense, il Barone
Cappuccio Aloisi a trionfare per doppio abbandono dei suoi rivali.
Oltre a questi vennero nominate due nuove
Cappe Celesti, uomini che hanno l'unico compito di difendere Sua Maestà e la sua famiglia: queste erano il Cavaliere di Ferro coronense
Tancredi da Capo d'Alba e
Tristano da Porta Scirocco, primo plebeo e straniero ad essere insignito di questo onore.
La Corte ristretta di Sua Maestà, o Corte Errante, era quindi inizialmente così composta:
Primo Cavaliere: Ser
Tancredi Roncaglia, di Corona del Re.
Vicario di Corte: Padre
Gaero, di Valleterna.
Gran Ciambellano:
Niniel di Andunelen, di Neenuvar.
Maestro di Caccia: Barone
Roberto Aloisi, di Corona del Re.
Cappa Celeste: Ser
Tancredi da Capo d'Alba, di Corona del Re.
Cappa Celeste:
Tristano da Porta Scirocco, di Valleterna.
Mago di Corte:
Primaluna, di Altabrina.
Maestro del Conio:
Dedalo, di Venalia.
Maestro d'Armi:
Roberto figlio di Rinaldo, di Valleterna.
La Corte durante il regno oscuro degli Avvizziti
Dopo la
Pace di Nassilia le cose cambiarono in tutto il regno e la Corte Errante, specchio delle sette terre, non poteva sottrarsi al cambiamento. Ser Tancredi era disperso ed il suo ruolo di Primo Cavaliere gli venne strappato dal Barone
Saverio Vignalba; il barone rimodellò la Corte a sua immagine: con una finta accusa Primaluna venne allontanata e la sua carica fu affidata all'avvizzito Caligola, un uomo della Corte di
Desdemona. Si dice che di ufficializzare la sua nomina si ritrovò incaricata la Regina in persona e che questa fosse furente per il dover ammettere un Avvizzito nella Corte del marito.
Dopo la morte della Cappa Tristano, avvenuta per mano di
Talia da Corona, questi venne sostituito dalla bruta
Teodolinda da Montecastello.
Durante l'incontro a Castamante tenutosi nel
Solario 1261 Padre Gaero e Roberto da Valleterna agirono per strappare il Tetrarca dalle mani degli Avvizziti e per questo vennero scacciati dalla Corte e sostituiti con la baronessa coronense
Aurora della Torre e dall'armigero bruto
Torvaldo dal Pozzo.
Rapace Sagace, o Rapace dei Sagaci come si faceva chiamare dopo essere stato nominato Barone di
Tabbia, lasciò il ruolo di Giullare di Corte in quanto era indecoroso che un Barone si comportasse da buffone; la carica rimase vacante.
Sotto gli avvizziti la Corte ristretta di Sua Maestà era quindi così composta:
Primo Cavaliere: Ser
Saverio Vignalba, di Corona del Re.
Vicario di Corte: Baronessa
Aurora della Torre, di Corona del Re.
Gran Ciambellano:
Niniel di Andunelen, di Neenuvar.
Maestro di Caccia: Barone
Roberto Aloisi, di Corona del Re.
Cappa Celeste: Ser
Tancredi da Capo d'Alba, di Corona del Re.
Cappa Celeste:
Teodolinda da Montecastello, di Castelbruma.
Mago di Corte:
Caligola l'avvizzito, di Venalia.
Maestro del Conio:
Dedalo, di Venalia.
Maestro d'Armi:
Torvaldo del Pozzo, di Castelbruma.
La Corte dell'Infante Reale
Tutti conoscono i fatti avvenuti durante la
Notte dei Lunghi Coltelli, eventi che culminarono con la morte di molti Avvizziti e di Re Aureliano. Nel Carminio del 1261 la regina Ginvera, ora vedova, convocò un bando reale per riprendere le fila del regno: i delegati dei vari principi ivi convenuti stabilirono di sciogliere la vecchia Corte e crearne una nuova, per amministrare il regno in vece dell'infante reale, neonato, cui neppure ancora era stato posto nome secondo la tradizione della Tetrade.
La corte che fu eletta per l'infante reale era composta da:
Primo Cavaliere del Regno (non "del Re", per opposizione di Corona): Ser
Adolfo Portarovo, di Castelbruma.
Vicario di Corte:
Madre Astride da Castamante, di Valleterna.
Gran Ciambellano: Vescovo
Bramante Sestesi, di Valleterna.
Maestro di Caccia:
Araton, di Neenuvar.
Cappa Celeste: Ser
Giovannino de' Giusi, di Corona del Re.
Maestro del Conio: Barone
Parnasso Esone Zenaidi, di Venalia.
Maestro d'Armi:
Torvaldo Dal Pozzo, di Castelbruma.
Cerusico di Corte: Fra'
Vito da Roccamagna, di Corona del Re.
Voce degli Spiriti: Lassilàntar
Niniel Mùilemir, Custode della Volta dell'Armonia, di Neenuvar.
Mago di Corte:
Sibilla Malvinia, di Venalia.
Inoltre la gestione dalla giustizia del Re venne tolta al principato di Corona, che tradizionalmente l'amministrava per tutto il regno, e affidata a un Consiglio di Giustizia presieduto da un nobile per Principato, che venne a trovarsi così composto:
Barone
Dante Sesto Massimo Della Torre, di Corona del Re. Sua sostituta la Baronessa
Lucilla Tiberia Vignalba.
Vescovo
Crudele Sigfrido Dulcamara, di Valleterna.
Barone
Bonifacio Vitiniano III Cipridi, di Venalia. Suo sostituto il Barone
Parnasso Esone Zenaidi, Mastro del Conio.
Duchessa
Bianca Portalupo, di Castelbruma. Suo sostituto il Duca
Nero Portalupo.
Arconte
Aristarco Osiride dei Crisostomi, di Meridia.
Agata, di Altabrina. Suo sostituto
Nibbio della Foschia.
Lassilàntar
Tùrion Lòtenen, di Neenuvar.
Le Corti nella terza Guerra dei Tre Re
La Corte dell'infante, come la Corte di Giustizia, durò solo pochi mesi, fino al
banchetto di Candia del
Nevoso 1261, dove i Principi sconfessarono il loro proposito di giurare fedeltà all'erede dei Gastaldi e resero pubbliche le loro rivendicazioni al trono: ogni sedicente sovrano istituì una propria, meno numerosa, Corte Ristretta.
La Corte di Re Edoardo
Primo Cavaliere: Ser
Tancredi Roncaglia, di Corona del Re.
Gran Ciambellano: Lassilantar
Eldacar Elensil, di Neenuvar.
Mago di Corte:
Cristoforo Ardente, di Neenuvar.
Vicario di Corte: Vescovo
Clotario da Approdo, di Castelbruma.
Maestro del Conio: Arconte
Pisistrato Themelioni, di Meridia.
Maestro di Caccia: Ser
Orlando Malabadia, di Valleterna.
La Corte di Re Alarico
Primo Cavaliere: Ser
Gustavo Adolfo Portarovo, di Castelbruma.
Gran Ciambellano: Baronessa
Lucilla Tiberia Vignalba, di Corona del Re.
Mago di Corte: Maestro della Spina
Prometeo da Lisandria, di Venalia.
Vicario di Corte: Fra'
Vito, di Corona del Re.
Maestro del Conio: Barone
Eumeo Pelagi, di Venalia.
Maestro di Caccia:
Alcatyrion l'Elfo, di Neenuvar.
La Corte di Re Temistocle
Primo Cavaliere:
Aquilante, Alfiere del Clan del Lupo, di Altabrina.
Gran Ciambellano: Arcontessa
Rachele dei Sebastidi, di Meridia.
Mago di Corte:
Civetta Selvaggia del Clan del Gufo, di Altabrina.
Vicario di Corte: Lassilantar
Niniel Muilemir, di Neenuvar.
Maestro del Conio:
Set figlio di Saul, di Meridia.
Maestro di Caccia: Capitano
Lando Corvino Variano, di Corona del Re.
La Corte dei Due Regni
Al termine della Terza Guerra dei Tre Re venne riconfermata la Corte di Re Edoardo, con l'unica eccezione del
Primo Cavaliere: infatti il Reggente Tancredi decise di dedicarsi unicamente alla gestione del principato designando un suo uomo, la guardia reale Borromeo, a prendere il suo posto.
Primo Cavaliere: Ser
Borromeo figlio di Anselmo, di Corona del Re.
Gran Ciambellano: Lassilàntar
Eldacar Elensil, di Neenuvar.
Mago di Corte:
Cristoforo Ardente, di Neenuvar.
Vicario di Corte: Vescovo
Clotario da Approdo, di Castelbruma.
Maestro del Conio: Arconte
Pisistrato Themelioni, di Meridia.
Maestro di Caccia: Ser
Orlando Malabadia, di Valleterna.
Cappa Celeste: Ser
Rolando Frecciarossa, di Corona del Re
Cappa Celeste:
Orione da Candia, di Venalia
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[1] ")
- ^ sostiere Ser Pinco Pallino, cavaliere valniano